Ricordate il Gamergate, vero? Bei tempi. Montagne di bugie, crimini, e altra ordinaria amministrazione americana che ha dimostrato principalmente due fatti. Uno è l’assoluta mancanza di integrità professionale da parte della stampa settoriale e non solo, alla luce di bugie e corruzioni passate misteriosamente sottotraccia. L’altro riguarda la follia e l’ipocrisia del disgustoso movimento pseudo-femminista, guidato da quel genio della Sarkeesian, di chiara matrice politica in auge negli ultimi anni.
Ricorderete la pessima figura fatta dai vari Kotaku, Polygon, Ars Technica, Gamasutra e altri sitacci simili, incapaci di dire la verità sugli avvenimenti di 4 anni preferendo scaricare la colpa sui giocatori (e sui loro nemici repubblicani) in modo del tutto qualunquista e scorretto. Ti accusano di falso e corruzione e tu accusi i gamer di essere dei bulli misogini e razzisti. Giusto. Ma cosa ha a che vedere questo con l’articolo odierno? Il gamergate dovrebbe essere ormai stato archiviato da un po’.
Eppure il sedere di alcuni cosiddetti “giornalisti” continua a bruciare e non perde l’occasione per aprirsi in schiamazzi isterici e paranoici. Qualche giorno fa il noto store digitale GOG.com, attraverso il proprio profilo Twitter, ha condiviso una gif animata per annunciare l’uscita dell’ultima espansione senza censure di Postal 2. La gif raffigurava una tomba con la scritta “giornalismo videoludico” con data di morte 28 agosto 2014 (la debacle di Zoe Quinn) fatta bersaglio di una copiosa pisciata. Non il massimo dell’eleganza ma niente di strano per un titolo in cui si può vomitare addosso alla gente e altre simili scelleratezze.
GOG.com, dai creatori di The Witcher, gente cattivissima
A quanto pare, però, il sito VG247 non l’ha presa benissimo. In un comunicato rilasciato in seguito alla cancellazione del tweet da parte di GOG, la redazione ha annunciato di aver interrotto i rapporti con il negozio digitale e di volerlo destinare all’oblio a tempo indeterminato. Il motivo non sarebbe stato la gif in sé ma l’implicito supporto alla frangia violenta del gamergate, a cui vengono attribuiti reati penali di vario genere. Secondo VG247 GOG avrebbe quindi strizzato l’occhio alla violenza, all’anti-giornalismo e alla discriminazione di donne e minoranze. Logico.
Ora, nei panni di GOG noi avremmo risposto con un “hahah, ma fatevela na risata ogni tanto”. Lo store ha però deciso di scusarsi pubblicamente, precisando che il post non celava alcun riferimento al gamergate (chi l’avrebbe mai detto) e ribadendo l’intenzione di voler invece porre l’accento sui contenuti controversi di Postal 2. Al momento non abbiamo alcuna notizia su una possibile riconciliazione tra le parti. Sta di fatto che VG247 non si è neanche premurato di contattare privatamente GOG per chiedere chiarimenti e ha subito puntato sul sensazionalismo becero dichiarando guerra in pompa magna. Tra l’altro blacklistando GOG non si fa altro che provocare un disservizio ai giocatori favorendo altresì il monopolio di Steam e l’abbassamento generale degli standard sulla piattaforma PC. Per dire, a noi fa schifo EA ma non per questo la destiniamo alla damnatio memoriae. Andremmo solo contro gli interessi di voi consumatori.
The Witcher 3, creato da gente cattivissima
Ma va beh. Questo, signori, è il “giornalismo videoludico” mainstream nel suo massimo splendore, resosi ridicolo per l’ennesima volta. A prescindere o meno dal fatto che forse sarebbe stato meglio evitare la pubblicazione di quella gif, la reazione dei paladini della giustizia di VG247 non è altro che un’esagerazione pregna di idiozia. Stiamo parlando di gente che supporta Anita Sarkeesian e le sue vaccate, gli stessi che criticano Kamiya, Kamitani e Cage accusandoli di sessismo, burattini col naso lungo a cui non importa nulla dei videogame bensì di portare avanti la propria agenda politica e bollare qualsiasi critica come incitamento all’odio e bullismo.
Anche nell’industria videoludica è diventato normale offendersi per qualsiasi cosa e urlare al lupo quando non ve ne è la benché minima traccia. Non nascondiamo di vergognarci un po’ di far parte della categoria, seppur di striscio, e di essere d’accordo con chi ne prende le distanze rivolgendosi a canali YouTube/Twitch e realtà indipendenti. Di questo passo non si parlerà più di game design, di grafica e di storytelling ma di interpretazioni arbitrarie sulle differenze di trattamento dei generi, delle categorie professionali e delle minoranze. Giochi eccezionali come ad esempio Bayonetta saranno famosi non per la loro qualità ma per le polemiche generate. Non c’è che dire: il futuro dell’industria si prospetta molto interessante, per tutti tranne che per i giocatori.