Tra la lista infinita di 10/10, premi, lodi ed encomi già elargiti dalla stampa al nuovo God of War è facile perdersi di casa. Questo nuovo capitolo della saga è un seguito, ma è anche un reboot in termini di meccaniche. Non ha davvero molto da spartire con i precedenti episodi della serie, Sony avrebbe potuto dargli un altro nome e non sarebbe cambiato praticamente nulla.
In poche parole se avete amato i vecchi God of War dovete mettervi bene in testa che questo gioco non condivide quasi nulla col passato. Non è detto quindi che incontri il vostro gusto, specie se tutto ciò che desiderate è un solido action game.
Scendiamo nei dettagli nella nostra recensione approfondita.
God of War
Data di uscita: 20/04/2018
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PS4
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: 69,99€
Esattamente come Zelda, Psychonauts e Darkisders, il nuovo God of War rientra nella categoria degli adventure. Rispetto ai classici action è un genere dai ritmi più compassati, dove si premia l’esplorazione, si propongono puzzle. Non c’è la frenesia di Bayonetta o di Devil May Cry, dimenticate il gioco che avete conosciuto sulle console delle passate generazioni e preparatevi a un’avventura profondamente diversa.
Kratos è il protagonista della vicenda, ed è distante anni luce dal personaggio conosciuto negli scorsi anni. Continua ad essere di poche parole, ma ha guadagnato una profonda componente umana, appare saggio nei comportamenti e nelle riflessioni. Ha un carisma non indifferente, dato anche dal suo modo di porgersi e di far emergere aspetti della propria personalità.
È convincente, una sorta di versione sensibile dei superuomini del cinema di Sergio Leone. L’eroe solitario, silenzioso e taciturno, che in questo caso ha però un figlio da proteggere, da indirizzare sulla giusta strada nella vita. Non dovrà ripetere gli stessi errori del padre.
Kratos soffre infatti di una profonda conflittualità interna, vive tallonato dai fantasmi del passato, ha paura di toccare il figlio con il nero che ha divorato la sua anima.
God of War – Video recensione
Atreus dal canto suo è solo un bambino che ha appena perso la madre, e che si ritrova costretto a relazionarsi con un padre burbero, che non si apre, che non dà spazio alle emozioni. Prova stima nei confronti del genitore, ma allo stesso tempo è come se lo odiasse. Sono basi che permettono di intrecciare un rapporto complesso e ricco di genuine contraddizioni.
Per quanto Atreus sia a conti fatti un personaggio semplice e poco stratificato, fornisce a Kratos lo spazio necessario ad emergere e ad affascinare il giocatore dall’inizio alla fine dell’avventura. Da questo punto di vista lo definirei più che altro un comprimario funzionale al vero protagonista della vicenda.
God of War prende le distanze dalla mitologia greca per abbracciare quella norrena di Odino e soci. L’intreccio della trama coinvolge un gran numero di personaggi che saranno noti a molti di voi, da Baldur a Jormungand a Ymir, da Andvari ai Dvergr, passando per Motsognir e le Valchirie. Chi tra voi apprezzi serie TV come Vikings o serie di videogame quali Final Fantasy ritroverà tantissimi nomi già conosciuti.
Uno dei personaggi ci diletterà spesso e volentieri con storie tratte dalla mitologia norrena. E’ un’impostazione quasi favolistica, molto distante dai toni epici e dalla recitazione drammatica vista nel bellissimo Hellblade. Allo stesso tempo, God of War ha una struttura narrativa piuttosto originale.
I racconti sono un pilastro portante dell’intera esperienza: i personaggi parlano molto di frequente, approfittano dei viaggi e dei tempi morte per raccontare aneddoti, coinvolgerci con miti e leggende, affascinarci con storie che hanno sempre il loro perché, e che ci permettono di apprendere tanto sul meraviglioso pantheon nato dalla carne del gigante Ymir.
Kratos e Atreus, i protagonisti di God of War
La trama del gioco è a conti fatti discreta, ma non è neanche lontanamente paragonabile alla bellezza delle storie raccontate, né al dirompente carisma dei diversi personaggi. Non che ce ne siano tantissimi, di personaggi, ma ciascuno di essi è caratterizzato in maniera esemplare. Kratos ruba la scena col suo essere silenziosamente sofferente, ci permette di cogliere tutta la gravità del conflitto interiore. Ma su un livello molto simile sono anche due nani che in qualunque altro gioco avrebbero fatto da semplici NPC adibiti al potenziamento delle armi. Qui c’è spazio per un carattere definito, forte, irruento, a volte volgare, temprato dal passare degli anni. C’è l’abbrutimento di uno dei due che si scontra con la delicatezza e i continui siparietti comici dell’altro. Un lavoro esemplare.
God of War si gioca come un qualsiasi altro adventure in terza persona, con visuale alle spalle del personaggio. I combattimenti sono molto meno importanti che in passato, questa volta ci si avvicina di più allo stile di Darksiders.
Il gioco non ha una struttura realmente aperta, ma offre una certa libertà di movimento. C’è una vasta zona centrale dove saremo liberi di navigare per raggiungere tutte le locazioni del gioco. Nulla ci vieterà di deviare dalla missione principale e seguire invece delle quest secondarie, o andarcene semplicemente all’avventura. Va detto comunque che la mappa non è proprio chiarissima, tante volte risulterà troppo confusionaria e poco user friendly.
God of War ha dei comprimari fantastici
Kratos sarà sempre accompagnato dal figlio Atreus, che scaglierà una freccia contro i nostri avversari ogni volta che presseremo quadrato. I danni sono molto ridotti, c’è un cooldown e un numero limitato di frecce, ma poco a poco il ragazzo si rivelerà sempre più utile, grazie alle abilità che gli faremo apprendere spendendo i punti esperienza.
Questi saranno ottenuti ovviamente sconfiggendo i nemici, e potremo impiegarli anche per migliorare Kratos attraverso un semplice albero delle abilità. Nulla di particolarmente complesso né innovativo, ma l’elasticità del sistema di combattimento è sufficiente se pensiamo che stiamo comunque parlando di un adventure.
Avremo a disposizione attacchi per il corpo a corpo, alcuni per il combattimento a distanza, altri ancora per controllare gli avversari in mischia o per stordire i nemici. L’arma principale di Kratos è l’Ascia del Leviatano, che a sua volta può essere potenziata. Rispetto alle vecchie armi del protagonista c’è una differenza considerevole. Il danno è elevato, ma l’ascia punta su movimenti molto diversi da quelli canonici, occorre abituarsi un po’, per quanto sia comunque uno strumento di morte più che valido.
Come accennavo, God of War colloca la telecamera alle spalle del protagonista. Questo consente un effetto cinematografico molto più gradevole, ma non è una soluzione comodissima per chi desideri avere una visione chiara del campo di battaglia. Il problema è che ci ritroveremo spesso a combattere più avversari per volta. Non potremo tenerli tutti sotto controllo, e la ridotta visuale non fa che complicare le cose.
Il sistema di combattimento va più che bene per un adventure
Viene allora in nostro soccorso un’icona nella parte bassa dello schermo che indica se stiamo per subire un attacco e la direzione da cui proviene. Quando l’icona diventa rossa è opportuno lanciarsi in qualche manovra evasiva per evitare il colpo. Per quanto sia un espediente funzionale, gli amanti del genere action storceranno il naso. Sfortunatamente tale indicatore si rivelerà presto fin troppo efficace: è più facile evitare i colpi mantenendo i nemici alle spalle che non trovandoseli davanti, specie negli scontri con i boss.
Di nuovo, sottolineiamo che stiamo parlando di un adventure, e che sia quindi comprensibile il sacrificio di alcune meccaniche action. E’ indiscutibile però che il feeling durante i combattimenti non sia gratificante come in passato, parliamo di due generi diversi.
Altro elemento che potrà far storcere il naso è la rimozione del salto. Kratos salta solo in determinati punti della mappa, un po’ alla maniera dei vecchi The Legend of Zelda (escludiamo Breath of the Wild ovviamente). Ciò significa che tutti i combattimenti andranno gestiti a terra, e che i mostri volanti potranno essere colpiti solo in certi momenti, con determinate animazioni, con attacchi speciali o facendo ricorso alle frecce di Atreus. Non c’è più la possibilità di trascinarsi un avversario in giro con una raffica di colpi, sollevandolo magari in aria e continuandolo a colpire come una furia. Il nostro guerriero spartano è invecchiato, c’è poco da aggiungere.
God of War pecca molto in varietà per quanto riguarda i boss
A parte le schivate Kratos potrà anche fare affidamento su uno scudo con cui parare gli attacchi leggeri. Questi sono indicati da un bagliore giallo che precede l’attacco dell’avversario. Schiacciare il pulsante al momento giusto ci permette di anticipare l’attacco e contrattaccare rapidamente. Un uso accorto dello scudo e delle capriole sarà la chiave per avere la meglio sugli avversari più ostici.
Parlando di nemici, questi non sono purtroppo molto variegati. Direi che il numero è sufficiente, mentre sono rimasto piuttosto deluso dai boss. Questi possono essere golem di pietra, troll e un paio di creature di cui preferisco non parlare per non rovinare la sorpresa. In ogni caso mancano purtroppo della varietà e dell’epicità degli scontri dei primi God of War.
Se una volta combattevamo contro Dei ed esseri colossali, questa volta le cose saranno molto meno interessanti. C’è il coinvolgimento degli Dei norreni, questo è vero, ma la dimensione è molto più umana e concreta di quanto non fosse in Grecia. E’ un’impostazione con cui non mi sono trovato particolarmente d’accordo, combattere per tutto il gioco delle semplici reskin dello stesso troll non è esattamente il massimo del divertimento.
Essendo un adventure, God of War invita all’esplorazione. A parte la zona centrale della mappa, tutte le altre aree si strutturano come corridoi o stanzoni con scarse possibilità di manovra. Sono però progettati in maniera eccellente, il level design è di altissimo livello. Gli sviluppatori si sono divertiti a inserire un gran numero di collezionabili, che daranno ricompense in exp, sbloccheranno trofei e addirittura l’accesso a due mondi segreti necessari a completare il gioco al 100%.
Non manca un sistema di spostamento rapido
L’esplorazione segue uno stile vagamente da metroidvania: procedendo nella storia otterremo nuove abilità che ci permetteranno di accedere a zone prima irraggiungibili, quindi c’è un po’ di backtracking. Non è però affatto fastidioso, non si perde troppo tempo ad andare da una parte all’altra. In tanti si sono lamentati del fatto che nel gioco si cammini fin troppo: da parte mia credo che i viaggi siano funzionali alla narrazione, consentono ai personaggi di dialogare raccontando storie interessanti e legate ai miti nordici.
C’è poi un sistema di teleport più che sufficiente. In questo caso il gioco usa l’espediente dei racconti per mascherare alla meno peggio dei tempi di caricamento, che comunque non sono brevissimi.
L’acquisizione di nuove abilità e oggetti permette tra le altre cose di risolvere gli innumerevoli enigmi di cui il territorio è disseminato. Non sono troppo impegnativi né eccessivamente originali, ma sono progettati comunque con criterio, li ho trovati sempre molto piacevoli. Potremo bloccare degli ingranaggi con la nostra ascia, far saltare in aria ostacoli, sfruttare le frecce di Atreus per raggiungere oggetti distanti, lanciarci alla ricerca di rune nascoste, risolvere enigmi a tempo e via discorrendo.
Molti dei puzzle mi hanno riportato alla memoria The Legend of Zelda: Twilight Princess, tra le altre cose il mio capitolo preferito della serie. Sono enigmi piacevoli, gli sviluppatori hanno dimostrato una notevole e inaspettata competenza in questo campo.
In God of War si naviga parecchio
Risolvere i puzzle sarà necessario per ottenere la maggior parte dei tesori nascosti nel mondo di gioco. Questi possono includere armi, oggetti, incantesimi o equipaggiamenti particolari. L’endgame di God of War richiede un armamentario di un certo livello per essere affrontato, dunque sarà necessario perdere un po’ di tempo e andare alla ricerca di tali tesori.
Quando troveremo certi materiali rari potremo recarci dal nostro fabbro di fiducia per far realizzare delle armature sempre migliori. Queste sono suddivise in livelli, con icone colorate proprio come avviene nei MMORPG e negli ARPG.
I completionist saranno felici di sapere che la mappa è suddivisa per zone, e per ciascuna di esse potremo vedere il grado di completamento, con indicazioni su cosa dobbiamo ancora ritrovare.
Se da una parte la campagna principale vi impegnerà per circa 20 ore, completare il gioco al 100% vi richiederà fra le 40 e le 50 ore. Ci sono quindi tanti contenuti, e a quanto pare gli sviluppatori stanno al momento valutando la possibilità di inserire un New Game Plus, richiesto a gran voce dai giocatori.
Il gioco è graficamente eccelso
God of War è visivamente il gioco più impressionante apparso su PlayStation 4. Insieme a Horizon e Uncharted 4 condivide un’eccellenza che su console non ha eguali. Che intendiate giocarlo su PS4 o sulla variante Pro, il gioco saprà stregarvi sia con la forza bruta delle sue texture, che con l’ottima direzione artistica.
Il nord è un luogo freddo e implacabile, le ambientazioni sono spesso desolate, uccise dal gelo, da una neve su cui naturalmente sia Kratos che Atreus lasceranno profonde impronte. Ci sono caverne profonde, grandi laghi, sentieri di montagna, rovine di antichi edifici e, ovviamente, ci sono gli altri mondi della mitologia norrena. Se Midgard è quello in cui risiedono gli esseri umani, saremo comunque liberi di fare una capatina anche in altri luoghi, profondamente diversi dall’ambiente in cui siamo soliti vivere.
Le animazioni sono uno tra gli elementi più curati del comparto tecnico, probabilmente per via delle modifiche al sistema di combattimento. Questo è diventato un po’ più lento, essendo cambiato anche il genere del gioco, quindi sarà sempre importante imparare le tecniche principali degli avversari, in particolare dei boss. Non siamo ai livelli di Dark Souls o Nioh, ma combattere richiede tempismo. I controlli rispondono sempre alla perfezione, ma un po’ meno agevole è invece la navigazione sul battello, ma non è nulla di drammatico.
Il livello di difficoltà su Normale è sufficientemente impegnativo, senza essere ingiusto. Se ci fossero problemi sarà sempre possibile andarsene alla ricerca di equipaggiamenti migliori per avere un vantaggio sui nemici.
A volte ci sono piccoli cali nel framerate, tenetene conto
La colonna sonora del gioco è superlativa, da comprare per tutti gli amanti della buona musica. Lo stile varia parecchio, spaziando da tracce epiche a canti che tendono al gregoriano, a tracce ambient d’accompagnamento. In molti frangenti non ci sarà comunque alcun sottofondo, probabilmente per far risaltare di più la narrazione sempre presente.
Anche i doppiaggi sono piuttosto buoni ma, ancora una volta, non raggiungono i livelli dell’originale in americano. Kratos ha un’ottima voce e un’interpretazione più che convincente, ma Atreus e un altro personaggio (beh, un “pezzo” di personaggio…) non mi hanno convinto. Non è un problema di timbrica, quanto piuttosto di recitazione.
Atreus risulta spesso fastidioso da ascoltare, non è all’altezza del resto della produzione.
Ottimi infine gli effetti sonori, che godono di ottime campionature. Che stiate lasciando le vostre impronte sulla neve o navigando attraverso un lago, la pulizia del suono è rimarchevole.
Consigliato
God of War è un gioco eccellente, senza ombra di dubbio il migliore rilasciato quest’anno su qualsiasi piattaforma. Sono certo che si contenderà il titolo di GOTY insieme al futuro Red Dead Redemption, come del resto un po’ tutti si aspettavano ancora prima del lancio.
E’ un prodotto completo sotto ogni punto di vista, una riproposizione coraggiosa di un franchise amatissimo, che spezza nettamente col passato per avventurarsi in un genere nuovo. Questo è God of War, e al tempo stesso è meno God of War di qualunque altro capitolo della serie.
Se siete alla ricerca di un semplice action lasciate perdere, il gioco non farà al caso vostro. Questo è un adventure con personaggi stellari, una storia piacevole, un solido sistema di combattimento, enigmi progettati bene e un comparto tecnico impressionante.
Molto più in generale, è un videogame che mi sento di consigliare a tutti, una nuova killer application che saprà stregarvi fino ai titoli di coda e oltre.