Quando Square Enix annunciava di avere in cantiere un remake di Secret of Mana, le mie papille gustative videoludiche avevano iniziato a gioire. Già, perché si tratta di uno di quei giochi rimasti talmente impressi nel cuore (allo stesso modo di Shadow of the Colossus) da non veder l’ora di rigustarlo su PC o console di current gen con tutti i miglioramenti tecnici del caso, trasportato da una meravigliosa sensazione di nostalgia. Nonostante l’art style visto nei trailer non mi avesse proprio entusiasmato, avevo comunque parecchio hype. Desideravo toccarlo con mano il più presto possibile. Non mi aspettavo certamente di rimanere deluso, non da Seiken Densetsu. E invece è proprio quello che è successo.
Secret of Mana
Partiamo da un semplice presupposto. La mia delusione non ha niente a che vedere con il gioco in sé, ancora oggi straordinario sotto molti punti di vista. Ho invece dei seri problemi con questo remake, figlio di una realizzazione in apparenza frettolosa, che mette in cattiva luce il capolavoro originale. Della versione per SNES sono rimasti pressoché intatti sia comparto narrativo che meccaniche, mentre grafica e sonoro hanno subito un rimodernamento. Per quanto riguarda i primi due aspetti non c’è quasi nulla di cui lamentarsi. In fondo l’obiettivo di un remake è svecchiare il comparto tecnico di un titolo lasciandone intatta la struttura.
Secret of Mana – Trailer di lancio
Interpretiamo ancora il simpatico Randi e i compagni Primm e Popoi, alla ricerca di un modo per risvegliare il potere della Spada di Mana e scacciare il male dal mondo. È una trama semplice e diretta, ricca però di momenti emozionanti che vi faranno amare i personaggi. Beh, forse non in questo remake visto che il doppiaggio, realizzato per l’occasione, risulta piuttosto blando persino in giapponese. Di quello inglese è meglio non parlare per decenza. Ci sono poi delle scenette inedite tra i personaggi, che però non arricchiscono granché l’esperienza. Aggiungere dei movimenti labiali almeno ai protagonisti avrebbe aiutato un tantino a rendere il tutto meno “finto” e sottotono. La differenza si sarebbe notata in particolare nelle cutscene nuove di zecca, che suggellano i momenti principali dell’intreccio. L’immersione sarebbe stato senza dubbio superiore. Invece in certe fasi abbiamo paradossalmente rimpianto la mutezza dell’originale, il che la dice lunga.
Sul versante gameplay, come dicevamo, nessuna novità degna di nota. Giusto per rinfrescarvi la memoria ricordo che si tratta di un GDR con combattimento in tempo reale. I tempi sono scanditi da una barra che si svuota ad ogni attacco e ne determina la potenza. Al giocatore la decisione di assestare pochi colpi devastanti o veloci raffiche per danni lievi ma costanti. Assente la schivata, ma è possibile correre fino all’esaurimento della stamina evitando le offensive nemiche. Purtroppo in questa versione i mostri hanno un range più elevato, saranno in grado di danneggiarci da distanze maggiori. Ovviamente questo rende obbligatorio allontanarsi parecchio dal loro raggio d’azione. Sia le loro che le nostre hitbox sono inoltre imprecise e sembrano non calcolare (a volte lo fanno ma molto in ritardo) i danni inflitti in obliquo. Che gli sviluppatori si siano dimenticati di essere passati a un motore 3D? Probabile, e preoccupante.
Uno dei primi scontri con i boss di Secret of Mana
L’intelligenza artificiale dei compagni è ancora pessima. Ha il vizio di incastrarsi in oggetti dello scenario, essere totalmente inutile in situazioni di svantaggio numerico e quando si fronteggiano attacchi a distanza. Per fortuna esiste ancora l’ottima modalità multiplayer locale da sfruttare appieno con altri due amici, che di certo sapranno colmare le mancanze dell’IA e garantire sessioni di gioco coinvolgenti. Dopotutto – non dimentichiamolo – stiamo pur sempre parlando di Secret of Mana, forse il miglior titolo della libreria SNES.
Per spezzare una lancia in favore di questa edizione possiamo dire di aver apprezzato l’alleggerimento dei menu e le nuove feature dell’interfaccia. Adesso possiamo usare in tempo reale gli strumenti equipaggiati tramite tasti rapidi, fino a un massimo di 12. Vediamo inoltre una comoda minimappa in alto a destra, un sottomenu chiamato Game Log addetto a riassumere le vicende salienti e visualizzare la posizione del giocatore nell’overworld, infine un generale sveltimento della ruota con cui accedere a diverse funzioni anche durante gli scontri. Mancano ancora tutorial e descrizione degli oggetti.
La nostra triade di protagonisti
Giunge ora il momento di parlare del comparto tecnico. Come avrete potuto notare dagli screenshot, il bellissimo e inconfondibile stile a 16bit del gioco è stato rimodernato. Non avrei avuto niente in contrario se avessero optato per un 3D semplice, magari anche in stile Ghibli come da tradizione Level-5. La scelta è ricaduta purtroppo su quella che sembra una grafica generica da titolo mobile. Non è orrida, intendiamoci, anzi in alcuni frangenti regala scorci interessanti e mostra scelte cromatiche azzeccate… ma non è più Secret of Mana. Ne parlava il buon Naares nella review del remake di Shadow of the Colossus, spiegando come alcuni cambiamenti in chiave realismo possano far perdere identità a un comparto artistico. Qui succede lo stesso, ovviamente declinato all’ennesima potenza.
Gli sviluppatori hanno realizzato dei modelli senz’altro carini, se volete kawaii, insieme a delle ambientazioni gradevoli se osservate da lontano. Alcune texture sono in bassissima risoluzione, altre sembrano disegnate con Paint, manca quel tocco di magia della versione SNES. In tutto il gioco, poi, avrò visto sì e no 5 animazioni in vero 3D. Spesso sembrava di guardare dei personaggi animati nel 1993 rivestiti da modelli tridimensionali. Qualcuno ha detto pigrizia?
Per lo meno la colonna sonora è stata trattata con maggior rispetto, grazie a un riarrangiamento non sempre perfetto ma degno di nota. Gli indimenticabili pezzi di Kikuta ora vantano una migliore polifonia e varietà, anche grazie all’uso di strumenti moderni. Volendo potrete comunque tornare alla soundtrack originale, che io continuo a preferire, dal menu dell’audio.
La seconda macro-area che esploreremo in Secret of Mana
Tirando le somme il remake di Secret of Mana non è proprio un disastro ma mi ha deluso parecchio. Soprattutto perché rivela un disinteresse preoccupante da parte di Square Enix, e lo si vede nella sufficienza con cui sono stati curati vari aspetti del prodotto. Più che low budget lo definirei no budget e no effort, dal momento che riesce nella difficilissima impresa di far rimpiangere la controparte uscita 25 anni fa. Peccato.
Avrebbe potuto attirare una miriade di nuovi giocatori e farli appassionare al franchise, a mio parere uno dei più importanti nella storia dei videogame. Se volete riviverlo vi consiglio caldamente di farlo su SNES, SNES mini o emulatore. 40€ per questa versione sono davvero troppi.