Ai giorni nostri la censura nel web va di moda. Esprimere le proprie opinioni senza filtri sta diventando sempre più difficile, soprattutto in ambito sociopolitico, a causa di norme assurde e regolamenti studiati ad hoc per silenziare le voci critiche e salvare le facce di bronzo. Che ci crediate o meno, ciò accade anche nel mondo videoludico. Il fenomeno dei publisher/sviluppatori canaglia devoti alla censura sta infatti piagando incessantemente siti e canali ormai da qualche tempo. Youtube, in particolare, è stato il recente teatro di alcune vicende a dir poco vergognose rimaste fuori dalla copertura mainstream. Vediamo di riassumerle e trarne qualche spunto di riflessione.
La frontiera del marciume, su Steam, ha raggiunto un livello superiore al semplice shovelware. A spopolare adesso è la pratica dell’asset flip. Cosa significa? Che in poche parole alcuni “sviluppatori” cercano di vendere prodotti contenenti asset rubati da altri giochi o addirittura progetti completi acquistati sullo store di Unity spacciandoli per propri. Pigri, furbi, fraudolenti, chiamateli come volete. Sta di fatto che questo genere di sanguisughe continua impunito ad inquinare Steam e raggirare gli acquirenti. Valve lo ha capito, in ritardo colossale ma lo ha capito, e propone la soluzione Direct, sostituto di Greenlight. Tuttavia non prende provvedimenti immediati e retroattivi nei confronti di chi viola apertamente le regole dello store. Sono gli stessi utenti a rendere pubblici questi comportamenti scorretti con gruppi, articoli e video.
Da furbetti quali sono gli sviluppatori in questione non rimangono affatto inerti, anzi. Cancellano i post scomodi, minacciano i giocatori, revocano i codici ed arrivano persino ad avanzare falsi reclami di copyright (DMCA) per togliere di mezzo i video incriminanti da Youtube. E’ già successo in passato ai vari Totalbiscuit, Angry Joe, Jim Sterling, i critici con la voce grossa sul tubo. Trattandosi di canali rilevanti, in quei casi gli unici a rimetterci sono stati gli autori del DMCA. Quando però gli oggetti dell’assalto censorio sono realtà molto più piccole e talora sconosciute, la situazione cambia parecchio. Un esempio è l’esperienza travagliatissima di SidAlpha, il quale da mesi combatte contro le errate politiche di Google e gli autori di asset flip disposti a tutto pur di oscurare i video in cui ne prova la disonestà.
Prima il caso Dentola Studios, reo di aver pubblicato su Greenlight delle demo tutorial prese da Unity Store per venderle come se nulla fosse, poi Dalas Review, autore di un plagio in piena regola di Yooka-Laylee. Entrambi gli sviluppatori, se così si possono definire, hanno colpito il canale di SidAlpha con reclami DMCA. Il secondo caso, però, è particolarmente degno di attenzione. In primis perché Dalas Review è uno youtuber e ciò rende il suo gesto ancor più vigliacco, poi per le dinamiche del fattaccio. Fur Fun, in precedenza Kewpie Jazzy, era un progetto Kickstarter fallito a causa delle troppe somiglianze con quello di, appunto, Yooka-Laylee. Dalas ha successivamente deciso di investire dei fondi nel prosieguo dello sviluppo ed il titolo è approdato su Greenlight. Qui sono iniziate le grane. Moltissimi utenti della piattaforma Valve hanno infatti sollevato dei dubbi sull’onestà del developer spagnolo e ne hanno scoperto gli altarini.
Il gioco, oltre ad essere a dir poco scadente dal punto di vista del game design, utilizzava asset musicali presi illegalmente da Banjo-Kazooie (e neanche rinominati) insieme ad altre risorse grafiche di titoli come Mario 64 e Minecraft. Non solo, ma a dispetto della natura PG3, conteneva anche allusioni sessuali e linguaggio scurrile. E l’affabile Dalas rispondeva ai post critici alla maniera dei nostrani Cicciogamer/Zeb89 che dir si voglia: cancellandoli. A sparire sono state non solo discussioni e recensioni su Steam ma anche articoli e video, tra cui quello del buon SidAlpha e di altri critici impavidi che hanno rischiato la chiusura del canale a causa della regolamentazione penosa di Youtube. Il lato tragicomico della vicenda viene rappresentato proprio dalla questione DMCA. Com’è possibile segnalare una falsa violazione del copyright e poi passarla liscia? Per giunta mettendo a rischio la vittima (al terzo strike scatta la chiusura irrevocabile del canale), impedendole la monetizzazione e ignorando il fatto di aver a propria volta usato del materiale proveniente da Unity e giochi altrui. Davvero una vergogna.
Questo, purtroppo, accade solo su Steam a causa di Greenlight e della negligenza di Valve. Gli asset flip sono indubbiamente una piaga, gli autori una disgrazia per il mondo indie, eppure tutto ciò potrebbe essere evitato con un banalissimo aumento dei controlli. Allo stato attuale chiunque può pubblicare merce scadente, rotta e plagiata rischiando al massimo la rimozione della stessa. Le pene e la prevenzione sono invece assenti. Chissà se il debutto di Direct segnerà realmente una svolta nel rapporto sviluppatori-Steam. In quanto pessimisti cronici -lo sapete- noi tendiamo a pensare sempre al peggio. Ma sarà possibile far peggio di così? Ai posteri l’ardua sentenza, nonostante la domanda fosse alquanto retorica.