godzilla

[Recensione] Godzilla – Le dimensioni non contano

Data di Uscita 17 Luglio 2015 Lingua Italiano
Piattaforme PS3, PS4 Versione recensita PS4

A parte l’impatto avuto nella cultura popolare e la schiera di fedelissimi del brand, il franchise di Godzilla ha portato nel corso delle decadi alla creazione di film dalla dubbia qualità, e anche in periodi recenti la partecipazione dell’ottimo Bryan Cranston non ha migliorato più di tanto la situazione sul grande schermo, se non per una buona dose di effetti speciali che ha saputo gratificare gli spettatori.
Se però dal cinema ci spostiamo ai videogame, la situazione si fa nettamente peggiore e, sfortunatamente, l’ultima creazione di Bandai Namco non inverte un trend di negatività che dura ormai da troppo tempo. Andiamo allora a scoprire cosa ha da offrire questo Godzilla.

Godzilla

Il nuovo Godzilla è ovviamente un action game, dove controlleremo per l’appunto la creatura omonima nella lotta contro alcuni tra i kaiju più celebri della cultura nipponica. I problemi del titolo inizieranno però a palesarsi fin da subito, evidenziando lacune e mancanze del tutto fuori parametro.

La prima cosa che balzerà all’occhio avviata la partità sarà la scandalosa pochezza grafica dell’intera produzione. Abbiamo provato il gioco su PS4, e sarebbe stato già abbastanza imbarazzante se il comparto visivo fosse stato quello di una PS3. Il problema è che qui si arriva ai livelli di una PS2, risoluzione a parte.
Godzilla appare come un gioco estremamente antiquato dal punto di vista tecnico e visivo, un titolo che non sfrutta in alcun modo l’hardware su cui gira, e che sfoggia senza imbarazzo modelli poligonali a dir poco semplicistici e texture in bassissima risoluzione.
Come se ciò non bastasse, gli sviluppatori hanno ben pensato di realizzare pochi asset e di spalmarli con un poco elegante copia/incolla tra i diversi livelli di gioco, garantendo una ripetitività visiva che rende le ambientazioni anonime, oltre che – in una parola – brutte.
Per qualche arcano motivo gli effetti particellari sono riusciti a salvarsi dallo scempio avvenuto in fase di sviluppo, ma le esplosioni e il resto dell’effettistica rasentano il ridicolo.
Ora, qualcuno dirà – giustamente – che un gioco non è fatto solo di grafica, e che se le meccaniche funzionano si può perdonare almeno in parte un’insufficienza visiva di questo tipo. Solo che questo non è il caso del gioco in questione.

Godzilla non è mai stato un campione di agilità, su questo non ci sono dubbi. Ma al di là di un incedere lento e pesante, ciò che lascia un tantino spiazzati è il dover utilizzare R1 e L1 per far girare il nostro gigantone. Alla fine ci si abitua, dopo un’ora si riesce a far risultare i controlli quasi comodi, la vera domanda è: perché? Che vi ha fatto di male quel povero stick analogico? Siamo nel 2015, e personalmente non riesco a trovare nessuna motivazione razionale per cui un personaggio debba voltarsi utilizzando i due dorsali piuttosto che il vecchio, caro stick analogico. E’ una complicazione inutile, che non aggiunge assolutamente nulla al gameplay, e che sembra essere stata inserita giusto per rendere le cose un po’ più complicate e meno immediate. Questa non è innovazione, signori, non è un’idea brillante, non basta fare qualcosa di atipico per guadagnare punti agli occhi del consumatore.
I combattimenti sono poi estremamente ripetitivi, e si amalgamano bene col già menzionato anonimato dell’ambiente circostante. Il numero di attacchi disponibili è insoddisfacente, gli scontri non permettono tattica, non c’è alcun tipo di soddisfazione nelle vittorie. Bisogna inoltre considerare che uno degli attacchi in teoria più utili (una sorta di alitata da sparare in faccia al nemico) non offre la possibilità di mirare, dunque dovremo di volta in volta sperare di colpire la nostra nemesi. Sia tale attacco che la schivata dipenderanno inoltre dallo stesso cooldown, il che riduce ulteriormente le possibilità durante i combattimenti.

Godzilla

La situazione migliora solo in maniera marginale utilizzando gli altri kaiju: Battra (apona gigante ibridata con un farfallone) risulta più agile, più agevole nei controlli, più reattiva, e riesce addirittura a raggiungere la sufficienza, cosa che francamente ci ha sorpresi.
Le modalità presenti dovrebbero in teoria garantire una buona varietà, peccato che contando su meccaniche del genere il gioco non riesce in alcun modo ad essere divertente. Il che è paradossale, in quanto buona parte delle meccaniche di fondo si basano sulla rigiocabilità del titolo: un approfondito sistema di potenziamenti ci richiederà di completare i livelli più volte, cosa che nessuna persona sana di mente vorrà fare.
Ma per gli accaniti amanti del franchise non è ancora il momento di disperare: la modalità online competitiva permetterà a tre giocatori di scontrarsi e non è affatto difficile trovare gente ingame. Bisognerà solo capire quanto durerà.

In sintesi
Vi consigliamo di investire il vostro denaro nell’acquisto di cartoline di offese da spedire al publisher. Rivoglio le ore della mia vita buttate su sto coso.
Valutazione scala 1/10

1.5
– E’ in vendita

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