Data di Uscita 26 Gennaio 2016 | Lingua Italiano |
Piattaforme PC, PS4 | Versione recensita PC |
The Witness non è proprio il gioco che ti aspetti quando qualcuno dice “puzzle game”. Concettualmente siamo molto più vicini al fascino totalizzante di un The Talos Principle, simile anche per l’elevata difficoltà degli enigmi, per la volontà di trasmettere contenuti maturi e profondi, per la cura con cui il tutto viene confezionato. Ma The Witness è un lavoro molto diverso da The Talos Principle, forse un po’ meno incline alla filosofia ma molto più coerente e unito nelle sue parti.
Un gioco partorito dalla mente di chi aveva ideato il brillante e difficilissimo Braid pochi anni fa, e che adesso ha avuto modo di sbizzarrirsi sia in qualità che in quantità.
The Witness
Attraverso una visuale classica in prima persona, il gioco ci porta su un’isola interamente esplorabile fin dalle prime battute, che immediatamente saprà affascinare il giocatore grazie a un design superlativo, a colori vividi, pulsanti, e ad ambientazioni estremamente coinvolgenti. La maniera in cui l’ambiente è stato sviluppato stuzzica con naturalezza la curiosità del giocatore e invita a una sanissima esplorazione.
Disseminati un po’ ovunque troveremo dei puzzle che sembrano del tutto scorrelati dal luogo in cui ci troviamo. Consisteranno più che altro in bizzarre tavolette con cui dovremo interagire. Ciascuna di esse sarà diversa dalle precedenti, e riporterà dei simboli, dei tracciati o delle indicazioni che sarà nostro compito interpretare e comprendere, al fine di risolvere il puzzle e attivare un meccanismo che sbloccherà l’accesso ad altri enigmi o zone esplorabili. Fondamentalmente la genialità di The Witness sta tutta qui: non spiega assolutamente nulla. Non saprete cosa disegnare sulle tavolette, non saprete dove vi trovate, non saprete a cosa corrisponde ciascun simbolo. Tutto ciò che potrete fare sarà sperimentare, fallire, provare di nuovo, vincere, analizzare la vittoria e cercare di comprenderla per ricavare una regola, una chiave di lettura per gli enigmi successivi.
I veterani del genere esplorativo urleranno alla bestemmia, ma The Witness è in qualche modo una versione affinata e perfezionata di Myst o Riven. A quei tempi avevamo carta e penna, tentavamo cercando di estrapolare una logica che spesso e volentieri non c’era. Adesso c’è The Witness, che in maniera graduale ci fornisce tutti gli elementi necessari alla sua risoluzione. Dobbiamo solo comprenderli.
Procedere nei vari puzzle per tentativi ci porterà a chiederci a cosa corrisponda ciascun simbolo, quali siano le sue regole, come dovremo comportarci quando lo incontreremo. Dovremo forse evitarlo? Dovremo tracciare una linea che gli passi accanto per un solo lato? Dovremo separarlo da un simbolo di colore opposto con un tratto? E che fare quando a muoversi saranno più linee contemporaneamente? Come possiamo gestire la simmetria in tavole non simmetriche?
Tutte le risposte dipendono esclusivamente dalla nostra abilità di osservare le tavole e capire che cosa stiamo sbagliando o perché stiamo facendo la cosa giusta. Non è vera e propria logica. E’ capacità analitica. Ed è raffinatissima.
Lo sviluppatore è stato in grado di raggiungere una complessità davvero notevole, com’era lecito aspettarsi dalla mente criminale che ha dato i natali a Braid.
I puzzle a nostra disposizione saranno letteralmente centinaia, ma non sarà necessario completarli tutti per raggiungere il finale del gioco. Con ogni probabilità vi bloccherete più e più volte, è del tutto normale. In questi casi abbiamo preferito distrarci andando in giro ad esplorare l’isola, ad ascoltare registrazioni, a provare puzzle da tutt’altra parte che spesso hanno ammorbidito la nostra mente fino a trovare la soluzione al problema che ci aveva spinto lontano.
Come The Talos Principle, The Witness è un gioco davvero difficile, che potrà tenervi impegnati per una ventina di ore in una corsa verso il finale, o più di cento ore se volete superare ogni sfida, un’impresa che definiremmo titanica. Nei momenti di massima disperazione vi invito a ricordare che YouTube è fortunatamente vostro amico…
The Witness ha l’innegabile pregio di non venire a noia: se ci pensiamo bene, tutto ciò che il gioco ci chiede di fare è procedere da un enigma all’altro, ciascuno basato sul disegno, sulla geometria e sull’analisi. Ci saranno sempre tavolette, linee e simboli, ma la complessità e la varietà sapranno stimolare il giocatore in modo costante. È un’idea di fondo semplice supportata da una struttura brillante, un’esperienza che raggiunge (e visivamente supera) quanto fatto dal bellissimo The Talos Principle lo scorso anno, una sorta di Santo Graal per tutti gli appassionati di puzzle game che si considerano bravi, intelligenti, hardcore. Sarete umiliati, ma sarà un’umiliazione estremamente stimolante.
Conclusioni The Witness è uno dei migliori puzzle game di sempre, un gioco che insegna se stesso attraverso la sperimentazione, l’errore, l’osservazione e l’analisi. Un gioco fatto di regole non scritte e non dette, ma evidenti per chiunque sarà capace di osservare con attenzione; è una sfida più che impegnativa, che per alcuni potrà essere addirittura insormontabile. Ma la risposta, in fondo, sarà dall’inizio alla fine dell’avventura proprio davanti ai vostri occhi. E questo è brillante. |
Valutazione 9.1 |
+ Assolutamente brillante nelle meccaniche + Immersivo come pochi + Stimolante anche per i più duri + Tematiche profonde trattate con eleganza + Direzione artistica straordinaria + Spaventosa quantità di contenuti |
– Molti giocatori potrebbero trovarlo frustrante |