Data di Uscita 05/08/2014 (PC), 06/08/2014 (PS3, PS4, PSV)
Piattaforme PC, Mac, Linux, PS3, PS4, PSV, WiiU
Versione recensita PC, PS4
The Swapper è stato, nel 2013, uno dei titoli indie più interessanti e originali, facendosi apprezzare dalla critica e sottolineando l’ottimo stato di salute di questo segmento del mercato. L’attesa è stata lunga, ma finalmente anche i giocatori PlayStation potranno lanciarsi in questo indie di fantascienza, capace di affrontare tematiche molto serie e di offrire spunti di riflessione come pochi altri titoli hanno il coraggio di fare. Andiamo allora a scoprire di cosa tratta questo The Swapper.
The Swapper – Tra corpo e spirito, il valore dell’esistenza
The Swapper è un puzzle game raffinato, originale e di altissima qualità. Ci troveremo nei panni di un astronauta, sperduto nella naturale desolazione di un pianeta alieno. Utilizzando una struttura narrativa del tutto non invasiva, il gioco ci svelerà pian piano i retroscena dello strano pianeta, in una storia che risulta semplicemente affascinante, senza ridondanze di sorta e lasciando comunque il palco all’elemento fondamentale della produzione, ovvero il gameplay.
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Nel gioco saremo chiamati a risolvere una serie di enigmi intelligenti, approcciandoci ad essi tramite il particolare strumento del protagonista, che ci permetterà di creare delle copie di noi stessi. Non si tratterà esattamente di cloni, quanto piuttosto di corpi privi di spirito, che riprodurranno in tutto e per tutto i nostri movimenti.
Avremo dunque più copie di noi stessi che potremo muovere quasi a piacimento, ma sempre all’unisono con i movimenti del corpo che staremo controllando. Sì, perché in The Swapper potremo scegliere in quale corpo desideriamo inviare la nostra coscienza. L’unico requisito sarà in questo caso di avere una linea visiva pulita con il corpo che desideriamo “possedere”.
Questo sistema di gioco è già stato proposto in passato all’interno di produzioni indipendenti di grande rilievo, tra cui il sublime Braid e l’ottimo Adventures of Shuggy. C’erano chiaramente delle modifiche più o meno consistenti, e in linea di massima quanto vedremo in The Swapper sa essere piuttosto originale.
Senza considerare che, oltre l’originalità, il gioco in questione conta su puzzle ben congegnati, dotati di una buona progressione nel livello di difficoltà, intelligenti senza divenire frustranti, e permettendo al gioco di collocarsi nello sweet spot del “moderatamente impegnativo”.
Fin dalla prima release del gioco, uno degli elementi più controversi e affascinanti di The Swapper sono state le tematiche sollevate in maniera brillante durante l’avventura stessa. Prendendo spunto dalle meccaniche di base del gameplay, il gioco ci porta a prendere in esame alcune azioni che in ambito gaming vengono compiute di continuo da decine di anni.
Qual è effettivamente il valore da dare a un corpo fisico, per certi aspetti la casa che ha ospitato il nostro spirito e la nostra coscienza? Si tratta di un ammasso di carne, un blocco di materia organica che è giusto sacrificare affinché lo spirito possa andare avanti? O diviene in qualche modo parte di noi, o diventiamo noi parte di lui? E’ uno strumento o è qualcosa di più?
Interrogativi di questo tipo sapranno farsi strada nelle menti dei giocatori, senza divenire in alcun modo invadenti, ma solleticando il pensiero e invitandoci a riflettere, cosa non esattamente comune in questo tipo di media.
Naturalmente si solleva anche la questione dei cloni, la sacralità della vita, e il concetto stesso di vita, di dignità umana, del punto che segna il confine tra ciò che ha valore e ciò che invece risulta sacrificabile, sempre che questo punto esista.
Fondamentalmente The Swapper è sì un puzzle game, ma è anche un’opera di fantascienza molto raffinata, che saprà divertire i giocatori in cerca di enigmi, ma saprà anche stuzzicare tutti quei signori più adulti che vorranno andare più a fondo nell’interpretazione del titolo.
“Opera” dicevamo, e difficilmente troveremmo una parola più calzante di questa. Dal punto di vista artistico, The Swapper è un lavoro eccellente, libero dai muscoli di shader e Unreal Engine di sorta, ed affidato piuttosto alla sapiente direzione di designer eccellenti, che hanno saputo creare un mondo alieno convincente, selvaggio, bellissimo.
In qualche modo è un incrocio tra la tipica desolazione del più classico Metroid, la claustrofobia e il grigio di Alien e le bellezze naturali apprezzabili in un Avatar di James Cameron. Il risultato finale è assolutamente convincente, senza dubbio molto più che funzionale alle meccaniche del gioco stesso, e davvero un piacere da giocare e da gustare.
Tra le varie versioni del prodotto non esistono differenze di chissà che tipo, ancorate fondamentalmente a una risoluzione più o meno alta, ma con risultati comunque ottimi. Il pannello OLED di PS Vita sembra rendere particolare giustizia allo stile visivo di The Swapper, con colori vibranti che, per quanto possano apparire un po’ innaturali, sanno comunque ammaliare.
Conclusioni The Swapper è uno dei migliori titoli indipendenti della scorsa generazione, riproposto adesso anche sulle console di casa Sony, e in procinto di arrivare su Wii U entro fine anno. Si tratta di un puzzle game di altissima qualità, e in molti si sarebbero accontentati di questo. Ma The Swapper va oltre, presentandosi come un’opera di fantascienza raffinata, sottile eppure provocatoria, che porta a pensare e incita a riflettere su tematiche di grande spessore. Ad accompagnare il tutto c’è una direzione artistica sopraffina, che rende il titolo un vero spettacolo per gli occhi e un raro esempio di eccellenza nel design. |
+ Meccaniche abbastanza originali e divertenti + Puzzle ben congegnati + Solleva temi stimolanti + Comparto artistico eccellente |