soma

[Recensione] Soma – Macchine senzienti

Data di Uscita 21 Settembre 2015 Lingua Italiano
Piattaforme PC, Mac, SteamOS Versione recensita PC

L’evoluzione di un team di sviluppo, soprattutto se indipendente, avviene solitamente in modo abbastanza graduale e senza mai brusche virate che ne snaturerebbero i tratti più caratteristici.
E’ sempre un piacere notare come, un progetto alla volta, molti studi in principio sconosciuti riescano a conquistarsi un’ampia fetta di pubblico grazie all’impegno e alla costanza che proferiscono nei propri lavori, spesso capaci di creare nuovi generi o ridefinirne altri.
La progressiva crescita di Frictional Games, studio svedese autore di Amnesia e Penumbra, ci dimostra con chiarezza che, pur non possedendo budget da capogiro e investendo le entrate in opere via via più ambiziose, si può raggiungere un ottimo traguardo qui rappresentato da Soma, new entry d’eccellenza nel già popolatissimo campo delle avventure horror.

Soma

Si parte da una base sottomarina fuori servizio chiamata Pathos-II, relitto divenuto trappola mortale per gli addetti ai lavori in seguito alla caduta della cometa Telos e adesso popolato da inquietanti creature robotiche che si credono umani.
Simon Jarrett, impiegato canadese reduce da un’intervento al cervello, vi piomba all’improvviso dopo essersi recato ad un controllo medico post-operazione e da quel momento inizia il lunghissimo viaggio ai confini della realtà e della consapevolezza che si snoda dagli abissi al cyberspazio.

Il distaccamento dai canoni horror è ben sottolineato dalla mancanza di elementi orridi e spaventosi (jumpscare compresi) con una narrativa matura al punto giusto che si serve di profondi spunti filosofici per indurre il giocatore a riflettere sui momenti chiave dell’esistenza umana.
Per fornire alle tematiche trattate il dovuto approfondimento, gli sviluppatori hanno disseminato documenti e registrazioni interessantissime in ogni stanza di Pathos, così da incentivare l’esplorazione sfruttando al massimo le potenzialità espressive del medium videoludico come richiesto in un titolo del genere, quasi totalmente story-driven.
Al fine di evitare spoiler non diremo altro sulla trama, comunque ben sceneggiata e che, pur trascinandosi un po’ troppo lentamente durante le prime 2-3 ore, trova il suo culmine nei colpi di scena finali, determinanti per il significato ultimo dell’intreccio.

In quanto a meccaniche, invece, non siamo poi così lontani da Amnesia.
Torna la simpatica ma in buona parte inutile capacità di afferrare qualsiasi oggetto, zoomarlo o lanciarlo, insieme alle classiche modalità di movimento quali salto, corsa e la camminata furtiva da utilizzare durante le brevi sezioni stealth.
A dispetto di un’accentuata fisicità degli elementi sullo scenario, l’interattività vera e propria si focalizza solo sui puzzle ambientali, di facile comprensione, e sugli incontri con NPC, purtroppo sporadici, durante i quali saremo chiamati a scelte morali dal retrogusto amaro che non influiranno però sullo svolgimento degli eventi.

Soma

Se gli enigmi da risolvere ci sono sembrati piuttosto semplici, i nemici ci hanno, per contro, procurato diversi grattacapi.
Trattandosi essenzialmente di un walking simulator non esiste un sistema di combattimento e quindi l’unico modo per evitare la morte consiste nella fuga, resa ostica non tanto dall’IA poco incisiva quanto dal presentarsi di prolungati momenti di stallo in cui si brancola nel buio, alla ricerca della mai evidente soluzione che ci permetterà di sbarazzarci del piantagrane di turno, terrificante soltanto poco prima di diventare fastidioso; i checkpoint, tuttavia, si rivelano abbastanza generosi e a mitigare il senso di frustrazione ci pensa la “vita extra” offerta dagli sviluppatori grazie a cui, per una sola volta, potremo evitare di ripartire dal checkpoint precedente a seguito di un game over.
Resta, ad ogni modo, il fardello di una narrazione eccessivamente diluita tra una scarpinata e l’altra, in particolare nelle fasi iniziali, alle quali segue l’inevitabile senso di noia non spezzata da quegli elementi di puro horror e tensione che hanno reso grande Amnesia.
Non ci ha colpito più di tanto il design dei pochissimi nemici, progettati come ostacoli e non come reali minacce, né la diversificazione dei pattern, quanto mai standard poiché basati esclusivamente sulla ronda ininterrotta alternata ai classici inseguimenti nel caso di invasione del loro campo visivo, delineato talvolta da torce.

Promosso con riserve, infine, il comparto tecnico.
Gli scenari cupi, malati e decadenti di Pathos-II ricordano molto da vicino le atmosfere di Alien Isolation e Bioshock dimostrando l’efficacia espressiva del motore HPL3, eccellente per quanto concerne illuminazione, distorsioni e tonalità ma non ancora al top per qualità di modelli, animazioni ed interattività ambientale; presenti diversi problemi di ottimizzazione che potrebbero compromettere l’esperienza di gioco anche su configurazioni di fascia medio-alta, ad esempio cali di framerate, stuttering e crash a cui gli sviluppatori stanno comunque cercando di porre rimedio.
Da promuovere a pieni voti, invece, il comparto sonoro, che si vanta di un doppiaggio in lingua inglese alquanto convincente e di effetti sonori nonché musiche di sottofondo da immersione totale.

In sintesi
Soma non è un survival horror, o per lo meno non lo è allo stesso livello di Amnesia.
Più che su spaventi improvvisi e deformità mostruose, l’ultimo lavoro di Frictional Games si concentra su una narrativa matura e riflessiva in grado di provocare dubbi metafisico-esistenziali rendendo così estremamente aperta l’interpretazione del gioco stesso in ogni suo meandro.
Il titolo, però, pecca dal punto di vista del gameplay non offrendo sufficienti mezzi per spezzare la noia tra le lunghe camminate che ne costituiscono parte integrante e la trama ingrana soltanto a partire da circa metà dell’esperienza, attestata in media intorno alle 8 ore.
Tirando le somme, possiamo affermare che Soma riesce a farsi apprezzare più grazie alla sua storia che al resto, diventando senza dubbio un acquisto obbligato per i fan del genere ma meno per il resto dell’utenza.
Valutazione scala 1/10

8.7
+ Ambientazioni ispirate
+ Storia ben sceneggiata e profondissima
+ Tecnico e sonoro di qualità
– Problemi di ritmo
– Ottimizzazione non al top
– Non fa paura

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