Data di Uscita 28 Luglio 2015 | Lingua Inglese |
Piattaforme PC, PS4, One, PS3, 360 | Versione recensita PC |
King’s Quest è uno dei franchise più noti e apprezzati della storia dei videogame. La serie di avventure grafiche create da Roberta Williams ha affascinato tantissimi giocatori in quei lontani anni ’80, anticipando di quasi un decennio i lavori di Tim Schafer e Ron Gilbert. Adesso è tempo di reboot, e gli sconosciuti ragazzi di The Odd Gentlemen si fanno carico di una responsabilità enorme, cercando di ridare lustro a un franchise difficile, per cui l’aspettativa è senza dubbio elevata. Eppure, a dispetto dell’hype, questi signori sono riusciti nell’impresa. E il risultato è straordinario.
King’s Quest – Chapter 1: A Knight to Remember
Questo primo capitolo del nuovo King’s Quest dimostra fin da subito l’altissima qualità raggiunta dallo studio di sviluppo, impressionando con un design eccellente, basato su un forte cell shading, su colori vividi e su uno stile cartoon che ci aveva incantati fin dalla presentazione del gioco. Superata la magnificenza del primo impatto, avremo modo di comprendere le meccaniche di base e di familiarizzare con la struttura del prodotto.
King’s Quest è a tutti gli effetti un’avventura grafica, lontana dallo stile narrativo delle produzioni Telltale, e molto più vicino a prodotti come i classici Monkey Island e Grim Fandango. Proprio Grim Fandango è forse il miglior esempio che possiamo portare per fare un paragone: non esiste infatti la classica interfaccia punta e clicca, ma si usa piuttosto il controller (o la tastiera, se preferite) per muovere il personaggio nelle bellissime ambientazioni a nostra disposizione. Una volta vicini a elementi interattivi ci verrà data la possibilità di osservare in maniera più approfondita, usare o raccogliere l’oggetto, o utilizzare quanto contenuto nel nostro inventario per risolvere puzzle e cercare di avanzare nell’avventura.
La storia del gioco è semplice ma piacevolissima, molto vicina a una fiaba per bambini, un racconto fatto di eroi, improbabili cavalieri e draghi giganteschi. Il tutto viene narrato attraverso flashback, un nonno che racconta alla nipote delle proprie gesta da ragazzo, creando un senso di continuità con l’originale King’s Quest, e allo stesso tempo sottolineando la differenza temporale che è inevitabilmente presente. In fondo sono passati più di 30 anni!
La generale atmosfera della narrazione è ricchissima di humor, in più casi mi sono ritrovato a ridere di gusto, in linea di massima è come guardare un cartone animato della Pixar, un’ironia anche più marcata rispetto al già menzionato Grim Fandango. Il nostro protagonista è ovviamente uno sfigato, cosa che dimostrerà in tutte le circostanze possibili, grazie al proprio essere goffo, in generale impedito e sempre decisamente sfortunato.
Tutti i personaggi con cui potremo interagire sono stati realizzati con grandissima cura, e alcuni di essi sono senza mezzi termini straordinari, del tutto sopra le righe. E’ ad esempio il caso di un mercante col proprio carretto, palese riferimento allo stesso personaggio visto in Aladdin, della Disney; è il caso di Whisper, cavaliere pieno di sé e che indossa un’armatura lucente in quanto ama specchiarsi; è il caso di un Troll, amabilmente impegnato nella ricerca dei procioni e dotato di una notevole abilità nel ballo. King’s Quest è zeppo di momenti memorabili, questo primo episodio sa affascinare dall’inizio alla fine, a prescindere dalla vostra età. E’ ironico e lo è in maniera intelligente, senza scadere nel gratuito, esprimendo la propria qualità con tanta eleganza e trascinante raffinatezza.
Anche la generale struttura del gioco segue una logica sensata: inizieremo la nostra avventura all’interno di scenari di piccole dimensioni, con una libertà di movimento limitata, in modo da poter familiarizzare con i controlli e di non sentirci spiazzati senza sapere dove andare. I puzzle e gli enigmi saranno risolvibili senza troppe difficoltà, le risposte alle nostre domande saranno vicine, non ci sarà alcun senso di dispersione. Dopo la prima ora di gioco le cose cambieranno, inizieremo a poterci spostare più liberamente, a coprire distanze maggiori e a girare tra numerose ambientazioni. In questo caso dovremo dunque spremere un po’ più le meningi, capire quale sia il successivo passaggio logico da compiere, evitando di farci confondere dalla maggiore rosa di possibilità.
E’ una struttura tipica di molti giochi di questo genere, su tutti il classico Monkey Island, qualcosa che ci spinge ad esplorare e a sperimentare con gli oggetti a nostra disposizione, ma tendenzialmente King’s Quest non scade mai nel frustrante. In nessun caso ci siamo realmente bloccati senza sapere come proseguire, è stato sufficiente guardarsi un po’ meglio in giro, afferrare dei suggerimenti da parte di qualche NPC e procedere infine al superamento degli ostacoli.
Questo gioco può tranquillamente essere la prima avventura grafica per un neofita: è permissivo nelle prime fasi, stimola ad aguzzare l’ingegno proseguendo nella storia. Ogni cosa è bilanciata in maniera eccellente, e la risoluzione dei diversi enigmi dà grande soddisfazione, anche grazie all’ironia che permea l’intera produzione.
Dal punto di vista tecnico abbiamo riscontrato alcune piccole incongruenze nei tempi di caricamento. Ho giocato questo nuovo King’s Quest su un PC di fascia media con processore i5 e unità SSD: nella maggior parte dei casi i caricamenti sono del tutto assenti o impercepibili, ma di tanto in tanto questi superano anche i cinque secondi, cosa che ho notato in particolare nelle transizioni verso luoghi al chiuso. Si tratta di un “difetto” perché la quantità di dati da caricare non giustifica un’attesa del genere, ma in linea di massima non si tratta che di pochi secondi, dunque nulla di realmente preoccupante.
Più scomodo invece è il fatto che dialoghi e scenette non possano al momento essere saltate, dunque se ci ritroveremo a morire e a dover ripetere determinate sezioni non avremo modo di accorciare i tempi.
In sintesi Questo primo episodio di King’s Quest è assolutamente delizioso, un must have per tutti gli appassionati di avventure grafiche vecchio stile e, ovviamente, per gli amanti del franchise originale. L’ironia sempre presente, la storia leggera e i divertentissimi personaggi fanno da corredo ad enigmi di buona fattura, offerti con un’ottima curva della difficoltà. Se a questo aggiungiamo la bellezza del comparto visivo e la qualità dei doppiaggi, non c’è davvero motivo per non godersi queste cinque ore di divertimento, in attesa del secondo episodio. |
Valutazione scala 1/10 8.8 |
+ Si ride, e anche parecchio + Puzzle ben disegnati + Comparto visivo molto gradevole + Personaggi splendidi |
– Tutto in inglese – Non è possibile saltare i filmati |