Journey è senza dubbio uno dei migliori titoli indipendenti della scorsa generazione, nonché una delle più affascinanti esperienze videoludiche in assoluto. Il gioco è adesso approdato anche sui lidi di PlayStation 4, accompagnato da una grafica migliorata e dalla stessa, prorompente potenza allegorica che ci ha fatto amare il titolo nella sua prima release su PlayStation 3. Chi aveva acquistato il gioco durante la passata generazione potrà scaricarlo di nuovo e gratuitamente anche su PlayStation 4. Per tutti gli altri si tratta di un’occasione imperdibile per lasciarsi ammaliare da un classico istantaneo.
Journey – Recensione
Data di uscita: 25/07/2015
Versione recensita: PS4
Disponibile su: PS4, PS3
Lingua: Italiano
Prezzo di lancio: €14.99
Journey è un gioco d’esplorazione e avventura, condito da qualche puzzle e da qualche sezione platform. Esiste una trama, che viene raccontata attraverso delle scenette mute dove osserveremo dei dipinti che narrano della storia di un popolo, del suo rapporto con Dio, della magia e della sete di potere. Un racconto che riflette in maniera intelligente quella che poi è la storia dell’umanità, dalle origini del tempo fino al presente. Ma c’è molto di più.
Journey – Trailer di lancio
Rispetto alla quasi totalità dei videogame, Journey ha l’enorme pregio di offrirsi a tantissime interpretazioni, che toccheranno il giocatore in base alla propria personale sensibilità. Quale che sia il vostro background culturale, Journey si offrirà come un’allegoria delle vostre esistenze, simboleggiando con potenza il senso di solitudine, l’opprimente sensazione di essere sperduti, abbandonati, il desiderio di trovare qualcuno, la meraviglia e lo stupore, la ricerca di qualcosa che trascenda la natura umana, un Dio se vogliamo.
Perché esattamente come nella vita, Journey ci lancerà in un viaggio, senza motivo e senza pretesto, senza spiegare perché siamo lì, cosa stiamo cercando. Eppure fin da subito sarà chiaro dove stiamo andando: nelle diverse fasi di questa breve avventura sarà infatti quasi sempre visibile una montagna all’orizzonte, da cui una luce calda e maestosa si ergerà verso il cielo. Sarete liberi di interpretare tale luce come più vi aggrada: personalmente credo che gli sviluppatori intendessero parlare di Dio, ma in maniera più estesa è possibile considerarla anche come la promessa di un sogno, di un amore, di una vita serena, della felicità in vita o dopo la morte.
Tralasciando la bellezza del finale, ciò che comunque ha grande peso nel gioco è per l’appunto il viaggio (journey). Nel nostro peregrinare incontreremo ciò che resta di un’antica civiltà, ruderi impregnati di magia. Incontreremo esseri che hanno bisogno del nostro aiuto, e che ci permetteranno di volare, di librarci nell’aria e di superare gli ostacoli che si porranno nel nostro cammino. E’ il racconto di chi ci aiuta nel corso della vita, delle persone che incontriamo e che alla fine forse perderemo, ma è anche il racconto di chi sceglieremo come compagno per vivere il nostro tempo.
Il viaggio, in Journey, è allegoria delle nostre vite
Perché nel nostro viaggiare solitario, prima o poi incontreremo qualcuno “come noi”, un’altra creatura nel suo viaggio, che a quel punto potremo condividere e affrontare insieme, librandoci nell’aria nei momenti felici, affrontando insieme tempeste di neve e di sabbia, separandoci di tanto in tanto, ma incontrandoci di nuovo durante il percorso, perché in fondo era destino che fosse così.
Non aspettatevi che tali messaggi vengano espressi in maniera marcata o evidente: Journey è un gioco completamente muto, privo di dialoghi o di testi scritti. La comunicazione col giocatore avviene attraverso l’esperienza, attraverso il potere delle immagini e delle musiche.
Le ambientazioni che attraverseremo saranno specchio dei diversi momenti della vita, partendo da una giovinezza simboleggiata dal sole, da un’estate calda e da una solitudine che si traduce nel deserto, primo luogo che esploreremo. Passeremo attraverso la maturità, attraverso ponti che sanciscono il distacco dall’infanzia, l’ingresso in zone ripide, dove non potremo fare altro che scivolare, seguendo il flusso, senza poterci davvero opporre, forse senza volerlo fare realmente. Scopriremo che la vita è anche crudele, oscura, minacciosa, scopriremo che mostri giganteschi impediranno il nostro viaggio, ci ostacoleranno. Ma non saremo soli, non per forza.
Cadremo, ci rialzeremo. Affronteremo il vento, il gelo, la speranza e la voglia di vivere (simboleggiate in maniera brillante da una sciarpa che ci permetterà di volare) diminuiranno fino a raggiungere lo zero. Potrà capitare di non farcela, di avere paura, le forze potranno esaurirsi.
Journey parla dell’incontro e della perdita, della ricerca di dio e della speranza
Ma se qualcosa di buono deve accadere, e se in questa vita c’è davvero un lieto fine, questo si manifesterà, a prescindere dalle difficoltà e dal dolore a cui potremo andare incontro. Potrà essere l’intervento di Dio stesso, potrà essere il nostro fato, potrà essere l’aiuto di qualcuno, una deus ex machina che per qualche motivo ci darà la forza di continuare e completare il nostro viaggio, fino a raggiungere quella luce tanto agognata.
Conclusioni Journey è un classico che continuerà a vivere negli anni, un gioco dirompente nella sua carica allegorica, toccante e capace di sfiorare del corde di qualsiasi individuo che abbia un minimo di sensibilità, di chi voglia leggere tra le righe. Le immagini potenti ci parlano della nostra vita, del nostro dolore, del senso di solitudine e, infine, della nostra redenzione. Nessuna parola sarebbe capace di esprimere la delicatezza con cui questo titolo ci parla, è un’esperienza che va provata, vissuta, ascoltata. Lasciatevi cullare dalle bellissime note di Journey, perdetevi nei suoi paesaggi, ammirate quella luce in lontananza, la promessa della vostra felicità. E raggiungetela. |
+ Valenza allegorica straordinaria + Ambientazioni e sonoro travolgenti + Grafica migliorata rispetto alla versione PS3 |
– Se siete dei pupazzi di carne potreste non apprezzarlo |
Valutazione 9.5/10
Metascore 93/100